Piotr e Johannes si sono incontrati a Lipsia intorno al 1888 in uno dei tanti giri del russo per l'Europa e pare che si siano trovati reciprocamente antipatici.
Non ci deve sorprendere, tanto erano diversi ed opposti i due musicisti.
Chi scrive è un discepolo osservante della musica contrappuntistica che discende dal barocco italiano attraverso Bach, Beethoven e Brahms, che vede con assoluto sospetto tutto ciò che è disorganizzato e liberamente irrazionale, come la quasi totalità della musica di Chaikovsky.
Un soggetto così controverso da non sapersi mai come scrivere il nome e pure il cognome e che pare sia arrivato addirittura ad organizzare in melodramma la propria dipartita.
Del resto questo sito si intitola alle Variazioni Goldberg e non c'è nulla da nascondere al riguardo.
Insomma, di Chaikosky si parla come di Chopin. Sarebbe facilissimo stilare una lista di 10 dischi con la musica più passionale che ci sia e lasciare poi all'ascoltare fare una discernita.
Ma sarebbe un compilato del tutto inutile.
Le nostre guide invece vogliono essere una traccia per guidare chi si riconosca in certe logiche.
Come per la guida sulla musica di Brahms, per l'appunto, che esclude completamente le celeberrime sinfonie e pone al centro invece musica che ai più è del tutto sconosciuta, qui si vuole fare una cosa ancora più ardita.
Brahms si diceva in vita che detestasse Wagner. Ma non è vero, apprezzava sinceramente l'Opera di Wagner che ascoltava volentieri e conosceva bene.
Detestava invece il mercimonio "a programma", i poemi sinfonici di Liszt. Anzi, tutta la persona e l'opera di Liszt.
Chaikovsky non era il Liszt russo, per nulla ma il suo romanticismo nazionale non era poi così dissimile.
Quindi come sceglierebbe 10 dischi di Chaikovsky il nostro Brahms ?
Un giorno spero di poterglielo chiedere di persona se sarà di buon umore e se io sarò dell'umore giusto per chiederglielo.
Oggi lo sono e quindi provo ad immaginarmi il mio Johannes che fa una selezione ragionata di ciò che va conosciuto ed apprezzato in Piotre - del resto anche qualche cosa di Liszt la si può ben salvare ! - e cosa invece non meriterebbe l'attenzione che gli viene tributata.
Piotr Iliic Chaikovsky ha lasciato un catalogo con 80 opere scritte tra il 1867 e il 1893.
Il corpus più importante della sua musica probabilmente pesa per lo più su quelle orchestrali.
Ci sono le 6 sinfonie, i 4 concerti e pezzi concertanti, le suite orchestrali e le serenate, le musiche di scena.
Ma non meno importanti sono le opere liriche, per tacere dei balletti.
Sono invece da considerare per lo più composizioni minori quelle per pianoforte e la musica vocale.
E anche la musica da camera non era dove il russo si esprimeva al massimo.
Il massimo della sua notorietà viene certamente dai balletti e dalle opere. Dai i due più famosi concerti. E dalle ultime sinfonie.
Ma forse c'è dell'altro ...
1) Sinfonie 4, 5 e 6
Pur essendo tre coacervi di "marce slave" le 3 ultime sinfonie sotto la guida del Grandissimo Mravinsky avrebbero finito per convincere anche il vecchio Brahms.
Ci vuole disciplina per impedire a tutti quei sentimenti concentrati a pressione di fuoriuscire per la sala ed impregnare tutto quanto.
Qui la simbiosi tra Direttore e orchestra é talmente totale che Lui poteva dirigere semplicemente con gli occhi, senza un gesto, nemmeno con il sopracciglio.
La Quinta soprattutto è sensazionale. E perfino la torbida quarta risulta interessante.
Per digerire la Sesta Johannes avrebbe fatto ricorso alla più amara cioccolata con panna offerta dalle pasticcerie di fronte al Prater ....
2) concerto per pianoforte e orchestra n.1
Sensazionalismo a parte, Gilels qui era una forza della natura e Reiner ha spinto la Chicago oltre i limiti della partitura.
Il materiale tematico di questo concerto è essenziale, lo svolgimento volgare, i raddoppi esagerati.
Ma è uno dei pochi concerti per pianoforte che si possono avvicinare al 2° di Brahms.
3) concerto per violino e orchestra
Vecchia scuola qui, con la Boston nelle mani del leggendario Leinsdorf di scuola che più viennese non si può.
Mentre Perlman al suo massimo alleggerisce i tratti esageratamente glicemici di certe parti del concerto per violino di Chaikovsky che Brahms di questi tempi, avrebbe scoperto con sorpresa, rivaleggia con il suo per notorietà e numero di esecuzioni.
4) Evgenij Onegin
Onegin non è la Dama di Picche. Non lo è nel testo originale di Puskin e non lo è nella musica.
Ci sono arie di grande lirismo mentre mancano almeno in parte i cori giovanili a tempo di marcia militare della Dama.
E' la sintesi dell'operismo colto dei russi e, per lo meno, non richiede cuscini imbottiti come il Godunov o dosi massicce di antidepressivi come la Lady Macbeth.
Scegliamo in questo caso un grande russo come Fedoseyev alla testa di una compagine tutta moscovita.
Johannes si beveva l'Anello tutto di seguito, l'Onegin e la sua narrazione continua, senza recitativi e senza intervalli è un antipastino.
Si sarebbe innamorato di Olga ? Chissà.
5) Romeo e Giulietta
Brahms sarebbe uscito di senno ascoltando Manfred o Francesca da Rimini, mentre Romeo e Giulietta ha il dono, almeno, della sintesi.
Il materiale tematico ha una parvenza di sviluppo e la storia si capisce tutta.
E mancano del tutto i tratti ridicoli dei passi dei balletti. Per fortuna.
Qui una versione sensazionale con cui Seji Ozawa - interprete magnifico del balletto di Prokofiev - lega la tragedia di Shakespeare nei colori di Berlioz, Chaikovsky e Prokofiev.
6) Il Lago dei Cigni, rigorosamente in riduzione da suite da concerto
Il Lago dei Cigni è una storia commovente ma assistere al balletto e vedere paperette e tacchini che zampettano con forza sul palco richiede disciplina che il nostro Johannes non ha mai posseduto se non nell'applicare i principi del contrappunto a tutto ciò che si può scrivere in musica.
Una suite, con un raddoppio di arpe, dopo una cena impegnativa. Perchè no ?
Previn la vede come se fosse musica da film e toglie un pò della patina luccicante dei più classici direttori russi, troppo legati al balletto dell'800.
e temo che il vecchio Brahms si fermerebbe qui, tranne che per un gesto di indulgenza finale non volesse aggiungere il trio Op. 50, un mezzo sorriso bonario, strizzando l'occhio opposto e mettendosi entrambe le mani sulla pancia con i pollici nelle bretelle ...
Ovviamente questo articolo vuole solo suscitare qualche momento di ilarità ai lettori.
Chaikovsky ha scritto grande musica, a tratti. Se avesse studiato a Vienna o a Berlino, probabilmente ne sarebbe uscito qualche cosa di più buono
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