
Orlando, A Melancholic Portrait
La Tempete, Simon-Pierre Bestion
Alpha Classics, 14 novembre 2024, 96/24
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Melanconico, può essere?
Del resto erano tempi estremamente travagliati, tra riforma, controriforma, guerre di religione, impero e principati.
Il Rinascimento europeo e la musica si intrecciano a filo doppio.
Orlando di Lasso, all'italiana o Roland de Lassus alla francese, è uno dei massimi protagonisti della sua epoca.
Cantore, musico, compositore, maestro di cappella. Argomento architetto della polifonia fiamminga fusa con l'inventiva armonica italiana.
Tanto valente e richiesto da accompagnare il suo Signore Gonzaga per Milano, Roma, Napoli, Palermo e per tutta Europa. E la sua musica ne è prova.
Nell'ultima parte della sua carriera si ferma in Baviera, nominato cavaliere dall'Imperatore in persona e fonda di fatto la tradizione musicale teatrale di Monaco.
Ma più volte oggetto di tentativo di rapimento perché il tal nobile voleva assicurarsene i servigi a corte.
E in mezzo una vita avventurosa come agente segreto di Carlo V e scopritore di intrighi tra Germania, Spagna, Francia, Italia.
Autore di centinaia e centinaia di composizioni di ogni genere, sacre, profane, vocali, strumentali (Sine Textu - senza testo).
E' musica lontana dalle nostre sonorità ma non è più complicata come quella dell'epoca precedente. Non ci sono polifonie fini a se stesse con 30-40 voci.
e per questo bastano pochi musicisti per rappresentarla.
Ma ascoltandolo con attenzione ed astraendosi dal testo o dal contesto (a capire la lingua, in alcuni casi si distingue il francese, il napoletano, il ... greco ?) salta subito all'orecchio la modernità del tratto musicale.
Anche quando chiaramente liturgico.
La contaminazione tra le tante culture della sua epoca viene esasperata dal nostro anfitrione Simon-Pierre che enfatizza ogni carattere estraneo, introduce intonazioni moresche, popolari, colte; a volte melanconiche, come era Orlando, a volte vivaci all'estremo. Ma mai sguaiate.
Ma soprattutto c'è grande libertà di strumentazione, come da prassi d'epoca.
E quindi gli istromenti tipici, come viola da gamba e cornetto, si sommano ottoni moderni come i sassofoni ei tromboni.
E percussioni odierne, batteria compresa. O il... pianoforte.
del resto abbiamo un Orlando rappresentato con l'Earpod Apple e la gorgiera alla Orlando di Virginia Wolff.
o il caschetto e gli occhialetti da stradista veloce.
Insomma, quello che sulle prime mi era sembrava il solito esperimento di popolarizzazione della musica antica per avvicinarla alla sensibilità attuale, mi è piaciuto sempre più.
Arrivando a un momento veramente coinvolgente anche se molto, molto rock.
Veramente un bel disco che distacca gli esperimenti rockeggianti di Monteverdi e Handel della Christina Pluhar.
E con questo spero almeno di avervi incuriosito.
Resta la musica a sé. Ma da scoprire.
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